I TESTIMONI DELLA NOSTRA STORIA di Daniele Protti, L'Europeo, p. 5.
Il World Press Photo è un’istituzione nata ad Amsterdam nel 1955. Per il fotogiornalismo è la più prestigiosa: per i premi che ogni anno assegna e per il lavoro di formazione che dedica alla fotografia giornalistica. Non per esposizioni o aste, ma per l’informazione.
Parola chiave: “qualità”, indissolubilmente legata ad altre parole apparentemente banali come “notizia”, “sentimento”, “emozione”. Questo numero de L’Europeo, in sintonia con la mostra dello Studio 10b Photography, che si apre a Roma il 12 marzo, in via San Lorenzo da Brindisi 10b (vedi indicazioni all’ultima pagina), celebra i fotoreporter italiani premiati dal Wpp, compresi quelli da poco annunciati per l’edizione 2010 del premio (relativo alle foto del 2009). Qui sopra il lettore può vedere l’immagine di Pietro Masturzo (scattata durante le manifestazioni antiregime di Teheran), insignita del premio più importante, Photo of the Year 2009. È il secondo italiano a ottenere il massimo riconoscimento, dopo lo scatto di Francesco Zizola premiato nel 1996. Non tutti i grandi fotografi in questi 55 anni hanno ottenuto il Wpp. Uno dei più importanti, Ferdinando Scianna, nell’introduzione racconta – con parole anche amare e taglienti – il difficile rapporto tra editori e fotoreporter in Italia (e domani toccherà ai giornalisti, aggiunge...). Per uno Scianna non premiato dal Wpp (ma inviato de L’Europeo per molti anni, poi primo italiano ammesso nella famosa agenzia Magnum, dove fu presentato da un certo Henri Cartier-Bresson) c’è un altro fotoreporter del settimanale ad aver ricevuto il riconoscimento: Gianfranco Moroldo, nel 1968, per uno scatto dopo il terremoto del Belice (non l’ebbe invece per i servizi in Vietnam, fatti con Oriana Fallaci). Ma tutti i colleghi presenti in queste pagine sono i “testimoni della nostra storia”, che inverano il paradosso di Arrigo Benedetti (fondatore e direttore del settimanale L’Europeo nel 1945): «Gli articoli si guardano, le fotografie si leggono».
World Press Photo site
World Press Phot exhibition
Il World Press Photo è un’istituzione nata ad Amsterdam nel 1955. Per il fotogiornalismo è la più prestigiosa: per i premi che ogni anno assegna e per il lavoro di formazione che dedica alla fotografia giornalistica. Non per esposizioni o aste, ma per l’informazione.
Parola chiave: “qualità”, indissolubilmente legata ad altre parole apparentemente banali come “notizia”, “sentimento”, “emozione”. Questo numero de L’Europeo, in sintonia con la mostra dello Studio 10b Photography, che si apre a Roma il 12 marzo, in via San Lorenzo da Brindisi 10b (vedi indicazioni all’ultima pagina), celebra i fotoreporter italiani premiati dal Wpp, compresi quelli da poco annunciati per l’edizione 2010 del premio (relativo alle foto del 2009). Qui sopra il lettore può vedere l’immagine di Pietro Masturzo (scattata durante le manifestazioni antiregime di Teheran), insignita del premio più importante, Photo of the Year 2009. È il secondo italiano a ottenere il massimo riconoscimento, dopo lo scatto di Francesco Zizola premiato nel 1996. Non tutti i grandi fotografi in questi 55 anni hanno ottenuto il Wpp. Uno dei più importanti, Ferdinando Scianna, nell’introduzione racconta – con parole anche amare e taglienti – il difficile rapporto tra editori e fotoreporter in Italia (e domani toccherà ai giornalisti, aggiunge...). Per uno Scianna non premiato dal Wpp (ma inviato de L’Europeo per molti anni, poi primo italiano ammesso nella famosa agenzia Magnum, dove fu presentato da un certo Henri Cartier-Bresson) c’è un altro fotoreporter del settimanale ad aver ricevuto il riconoscimento: Gianfranco Moroldo, nel 1968, per uno scatto dopo il terremoto del Belice (non l’ebbe invece per i servizi in Vietnam, fatti con Oriana Fallaci). Ma tutti i colleghi presenti in queste pagine sono i “testimoni della nostra storia”, che inverano il paradosso di Arrigo Benedetti (fondatore e direttore del settimanale L’Europeo nel 1945): «Gli articoli si guardano, le fotografie si leggono».
World Press Photo site
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